Riforma dello Statuto, Sardegna terra di pace nel mondo
- Riaffermare la specialità della Sardegna e del suo popolo insieme al diritto alla autodeterminazione da perseguire con tutti gli strumenti democratici disponibili, anche mediante la adeguata riscrittura del proprio Statuto.
- Attivare rapporti diretti e virtuosi con l’Unione Europea, superando le burocrazie nazionali e promuovendo l’Europa delle regioni e dei popoli, in particolare mediante l’assunzione di leadership nei confronti delle isole del mediterraneo.
- Riformare l’organizzazione istituzionale regionale in modo da assicurare effettiva parità di diritti, di opportunità e di sviluppo a tutti i territori, con particolare attenzione verso le zone interne;
- Favorire la partecipazione dei sardi alla vita politica e sociale attraverso adeguati meccanismi di consultazione e di decisione;
- Riorganizzare i rapporti tra i diversi livelli istituzionali, attribuendo all’Ente Regione la funzione legislativa e di programmazione e decentrando le funzioni amministrative secondo il principio di sussidiarietà;
- Favorire l’associazione tra i Comuni di minori dimensioni, attribuendo personalità giuridica a Unioni di Comuni, Comunità montane e altre eventuali forme organizzative e garantendone l’autonomia finanziaria, e riordinare l’assetto istituzionale a partire dalla organizzazione provinciale e nella visione generale dell’Ente intermedio;
- Per le attività strumentali di rilevanza regionale in determinati settori (edilizia pubblica, gestione dell’acqua pubblica, energia, reti digitali, etc…) riorganizzare i relativi Enti gestionali garantendo la compartecipazione di tutti i livelli istituzionali;
- Ridare valore alla rappresentanza (politica, territoriale, di genere, etc…) smaltendo la sbornia maggioritaria e populista dell’elezione diretta, e approvando una legge elettorale che garantisca davvero tale rappresentanza.;
- Affermare che la Sardegna è terra di pace e di avversità ad ogni forma di guerra come strumento di risoluzione delle controversie nazionali ed internazionali.
- Proporre di un Piano di Difesa Nazionale che contempli il riequilibrio dell’impegno della Sardegna rispetto al proprio impegno storico ed attuale e la dismissione programmata delle basi militari dislocate in Sardegna.
- Definire il puntuale e complessivo danno ambientale determinato da lustri di occupazione militare del suolo Sardo, determinare e adottare un Piano di recupero ambientale e di riconversione del patrimonio militare della Sardegna ai fini civili e di solidarietà sociale e definire gli indennizzi dovuti alle popolazioni della Sardegna oggetto di occupazione del suolo e delle limitazioni correlate alle attività militari.
- Adottare un monitoraggio permanente delle attività militari sul suolo sardo e delle relative ricadute socio-economico-ambientali e una proposta politica di riconversione dell’industria bellica dislocata in Sardegna
Tematiche
- Autodeterminazione
- Beni comuni e diritti generazionali
- Lotta alla povertà
- Diritto al lavoro e alla sicurezza nei luoghi di lavoro
- Diritto alla casa
- Diritto alla salute
- Istruzione e politiche culturali
- Una giusta transizione energetica
- Lotta allo spopolamento
- Costruzione di una viabilità regionale degna di un paese civile